mercoledì 27 luglio 2011


La Profetessa che guida il Generale


Debora è profetessa audace che non teme il confronto coi potenti. Prende l’iniziativa di convocare Barak e gli ordina a nome dell’Altissimo di arruolare diecimila uomini per affrontare l’agguerrito esercito del re cananeo Iabin, che da vent’anni opprimeva duramente gli Israeliti. Barak tentenna, paventa il fallimento e pone infine un’ardita condizione: "Se vieni con me, andrò; ma se non vieni con me, non andrò" (Gdc 4,8).

Così il Generale si accaparra la possibilità di consultare Dio durante la battaglia e può contare sull’appoggio carismatico della Profetessa. Sarà lei a dare coraggio a un esercito improvvisato che deve affrontare il super agguerrito esercito cananeo (ben novecento carri da guerra!) capeggiato dal generale Sisara. Debora accetta, andrà con Barak alla battaglia, ma annuncia che la palma per l’uccisione di Sisara non andrà al Generale: sarà gloria di un’altra donna.

Ed eccola al fianco di Barak sulla cima del monte Tabor, certa dell’intervento del Signore che uscirà in campo come nell’esodo davanti al suo popolo. E infine Debora canta a Dio l’inno di vittoria. Il torrente Kison, come già il Mar Rosso, è testimone di un grande spettacolo: ancora una volta il Dio d’Israele capovolge le sorti, travolge i potenti e libera gli oppressi. Ancora una volta la profezia femminile dà voce ai sentimenti più profondi e intona il canto: "Io voglio cantare al Signore, voglio cantare inni al Signore, Dio d’Israele! ... Dèstati, dèstati, Debora! Dèstati, dèstati, intona un canto!" (Gdc 5,3.12).

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