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Rischia la vita chiunque si oppone alla legge sulla blasfemia

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Lahore (AsiaNews) –  “Salman Taseer si era battuto per il rilascio di Asia Bibi e aveva anche alzato la voce in merito all’abrogazione della legge sulla blasfemia. Penso che questo sia il principale motivo che si nasconde dietro il suo assassinio”. È quanto afferma ad AsiaNews, mons. Lawrence John Saldanha, arcivescovo di Lahore e presidente della Conferenza episcopale pakistana e della Commissione nazionale di giustizia e pace. Mons. Saldanha, che oggi ha inviato una lettera di condoglianze alla vedova Taseer, dice che "in Pakistan il numero di persone in pericolo di vita è in crescita ed è chiaro che con questo assassinio chiunque si oppone alle legge sulla blasfemia è a rischio".


Governatore della regione del Punjab dal 2008 ed esponente del Pakistan People’s Party (Ppp), Salman Taseer è stato ucciso ieri da un membro della sua stessa sicurezza personale fuori da un caffè di Islamabad. Secondo i media, l'assassino ha dichiarato di aver ucciso il politico per le sue recenti critiche alla legge sulla blasfemia. Il corpo di Taseer è stato sepolto oggi nel cimitero presso del Cavalry Ground di Lahore. Al funerale hanno partecipato, il primo ministro Yousuf Raza Gilani, alcuni ministri federali e un gran numero di persone di ogni ceto sociale.


“Tutta la comunità cristiana – afferma mons. Saldanha - è preoccupata e condanna l’omicidio di Taseer,  che era un grande uomo”. L’arcivescovo invita tutto il mondo e i media ad alzare la voce contro l’intolleranza e l’estremismo in Pakistan.


Oggi numerose associazioni per i diritti umani hanno criticato l’assassinio ed espresso condoglianze per la morte di Taseer.


La Human Rights Commission del Pakistan (Hrcp) ha condannato l'assassinio del governatore, esprimendo dolore e allarme per il suo omicidio, definendolo come una manifestazione della crescente intolleranza nella società.


In comunicato, Mehdi Hasan, responsabile dell’Hrcp, ha affermato che il gesto deve essere condannato da tutte le persone sane di mente, e sottolineato la crescita della violenza e dell’intolleranza nella società pakistana. Hasan ha anche invitato le autorità a compiere un’indagine approfondita per stabilire le reali motivazioni del killer, in modo da evitare che la gente giunga a conclusioni.  “Sarebbe infatti deplorevole – afferma il comunicato - se venisse fuori che il governatore è stato ucciso non solo per le sue posizioni in favore di Asia Bibi e contro la legge sulla blasfemia, ma anche per divergenze con gli avversari politici”.


Altra condanna è giunta da Shahbaz Bhatti, cattolico e Ministro federale per le minoranze. Bhatti ha dichiarato che sono state le posizioni Taseer contro la legge sulla blasfemia a provocare la sua morte. Il ministro ha lanciato due settimane di lutto da parte della minoranze religiose del Pakistan. In un comunicato inviato ad AsiaNews, Bhatti ha chiesto un'indagine approfondita per l'assassinio e ha dichiarato l che devono essere messi sotto indagine tutte quelle organizzazioni islamiche che hanno emesso decreti religiosi contro Taseer.  “Questi – afferma Bhatti - sono gli elementi che stanno creando l'anarchia nel paese. Questo omicidio è il risultato di istigazione fatta negli ambienti religiosi che auspicavano all’ assassinio del governatore”.


In questi anni Taseer è stato una delle voci moderate più forti del Paese contro la legge sulla blasfemia, l'estremismo religioso, la minacciosa avanzata dei Talebani e di al Qaeda. Di recente si era distinto per aver perorato la causa di Asia Bibi, la donna cristiana del Punjab condannata a morte per blasfemia, nonostante le critiche del suo partito. In questi mesi, Taseer aveva visitato Asia Bibi in carcere e aveva chiesto al presidente la concessione della grazia, provvedimento poi fermato da un ordine del tribunale.





Cristiani perseguitati: un ritorno al passato...

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Secondo alcuni siamo tornati ad una fase simile ai primi secoli di cristianesimo, secondo altri (nei dati è oggettivo) la situazione è peggiore: mai si sono registrati così tanti martiri come in questi ultimi secoli! Le "minoranze cristiane" in diversi Paesi sono oggetto di silenti o cruente persecuzioni. Dopo l'attentato di Capodanno in Egitto c' è stata una storica manifestazione di cristiani e musulmani uniti nel ribadire di non voler essere oggetto di strumentalizzazioni, richiedendo il diritto alla libertà religiosa in uno spirito di fratellanza. Tutto ciò ci porta a riflettere sulla nostra identità e sulla necessità di un autentico dialogo. 

Nella notte di Capodanno i fedeli cristiani copti ortodossi, che uscivano dalla funzione celebrata alla Chiesa dei Santi (Al-Qiddissine) di Alessandria, sono stati colpiti da un attacco senza precedenti in Egitto. Il bilancio di 21 morti ha segnato la nazione e l'opinione pubblica mondiale. 
Come Tertulliano scriveva "il sangue dei martiri è seme di cristiani" e questa volta il frutto di queste vite innocenti prematuramente spezzate ha portato nella notte del 6 gennaio (Natale per i cristiani copti ortodossi) ad una massiccia presenza non solo di credenti nelle Chiese ma anche i musulmani con lecandele accese in mano in segno di protesta e di solidarietà verso i "fratelli cristiani". Il 7 gennaio lungo il Nilo sventagliavano bandiere con scritto "musulmano+cristiano=egiziano" e "il simbolo della mezza luna congiunta alla croce". Nonostante la polizia abbia sciolto la manifestazione perchè non autorizzata (la burocrazia cieca non è solo legata al nostro Paese), si è trattato dal mio punto di vista di un segno bellissimo di comunione e di protesta dal basso. Se esponenti religiosi non si mobilitano chiaramente verso la pace e la tolleranza finalmente qualcosa si è mosso partendo dal cuore delle persone dove - come Agostino ha sempre sottolineato - dimora la verità e abita Dio.
A questo punto serve però una riflessione sul "dove stiamo andando..." Qualcosa si è mosso perchè i cristiani in Egitto sono scesi in piazza con coraggio e di conseguenza i musulmani li hanno affiancati. E' urgente dunque una riappropriazione della nostra identità e dei nostri valori, nella continua capacità di dialogare in modo autentico.
Il Cristianesimo sempre di più sta divenendo fenomeno minoritario, l’80% degli italiani che si dichiarano cristiani, di fatto lo sono solo anagraficamente parlando perché figurano nei registri parrocchiali del battesimo, e l’Italia, nell’Europa e nel mondo, è forse la miglior situazione da questo punto di vista… Più il tempo scorre e questo nuovo millennio si delinea nelle proprie caratteristiche, più andiamo verso una situazione in cui ci troveremo in minoranza. E’ un dato di fatto oggettivo. Non è una dato negativo secondo me. A volte delle buone diete, dei periodi di vero ascetico digiuno, permettono al fisico di purificarsi, di ritornare ad un equilibrio migliore di prima. Come si dice, meglio pochi ma buoni… Si delinea un futuro aperto a possibili persecuzioni, anzi, la persecuzione è già iniziata, per chi ha occhi attenti, potrà rendersi conto che passa attraverso sottili scelte politiche, economiche, sociali e soprattutto culturali, che celano un progetto di più ampio respiro e che nessuno può prevedere con chiarezza in cosa sfoceranno concretamente. La situazione in cui il cristiano è chiamato a vivere domani, ma direi oggi a maggior ragione, è molto simile alla situazione della cristianità dei primi secoli con l'aggiunta di nuove sfide: una situazione di minoranza, di persecuzione, di perdita e ricerca d’identità… non a caso con tanta forza la Chiesa ha chiesto venissero riconosciute le radici cristiane dell’Europa, dato inconvertibile, che molti storici atei o agnostici riconoscono con perfetta lucidità, basti pensare a concetti fondamentali nati dal Vangelo che sono a base della cultura europea, se non mondiale, che hanno portato alla fine della schiavitù considerando l’altro fratello e anticipando un’etica dell’alterità e della prossimità che oggi l’antropologia esalta, basti pensare all’evangelizzazione dei popoli germanici dal IV secolo a quelli slavi nel X-XI secolo, che hanno portato alla nascita degli stati nazionali in epoca moderna nell’eterna ricerca d’equilibrio tra potere spirituale e temporale, basti pensare al nascere delle lingue nazionali slave ad opera di Cirillo e Metodio oppure al tedesco ad opera di Martin Lutero traducendo in lingua volgare la Bibbia, basti pensare a concetti alla base della rivoluzione francese come libertè, legalitè, fraternitè, che anche se usati anche contro il clero per motivazioni storico-politiche, restano concetti di natura cristiana...
La Chiesa del terzo millennio deve operare una conversione pastorale che sia il più possibile aderente alla missione vissuta dalla Chiesa Apostolica, senza per questo rinnegare secoli di maturazione, attualizzando il sempre valido invito di Gesù ad "essere nel mondo, ma non del mondo!" perchè - come scritto nella Lettera a Diogneto - "i cristiani sono nel mondo ciò che è l'anima nel corpo".
Il Vangelo resta e resterà sempre per i cristiani il punto di riferimento che solo se vissuto alla lettera potrà rinnovare ciascuno e l'umanità costruendo una rete di relazioni mai virtuali capaci di strutturare una "civiltà dell'amore".
© Asia News - 5 gennaio 2011